Storia del gruppo Speleo
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- Creato: Lunedì, 11 Maggio 2015 15:59
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La storia del gruppo
Lo Speleo Club Erba nelle grotte del Triangolo Lariano
Spronati dalle notizie di nuove grotte (Lino e Presidente*) scoperte sull’Alpe Turati da parte della sezione speleologica del Gruppo Naturalistico della Brianza guidato dal dottor Giorgio Achermann, alcuni elementi del CAI locale (Bomman, Sala, Hartung) che già da qualche tempo si interessano alle cavità naturali esistenti sui rilievi nei dintorni di Erba fondano, nel maggio 1975, lo Speleo Club Erba.
In realtà il gruppo è operativo già dall’anno precedente ed ha al suo attivo uno studio approfondito sulle caratteristiche bocche soffianti situate sul monte Panigaa conosciute come “Sorey” nonché la scoperta della grotta Nibbio. Del primo anno di vita sociale sono da ricordare le spedizioni alla grotta Guglielmo per il centenario del CAI di Como cui il gruppo contribuisce validamente affiancandosi nell’impresa ai colleghi comaschi che finalmente riescono a toccare il fondo dell’abisso. Di questo periodo ricordiamo anche le ricerche sistematiche di nuovi fenomeni, le visite alle grotte storiche giacenti sul territorio (Caverna Pietro, Masera, Premaù, Lavignac) per conoscerne gli aspetti e saggiarne le difficoltà. Il biennio seguente (1977-78) è ricco di risultati notevoli dovuti anche ai nuovi metodi di progressione (abbandono delle scalette metalliche per la corda).
Provenienti dal corso di comportamento in montagna 1977 si associano diversi elementi che costituiranno per molti anni l’ossatura del gruppo. Le esplorazioni e le ricerche di nuove cavità si estendono a tutto il territorio compreso tra i due rami del Lario (Pozzo del Sasso della Cassina a Valbrona; Grotta Liuccia, Spaccatura di San Salvatore ed altri Sorey sul Panigaa; Cavità sotto i Cacciatori e Caverna Zorro sul Bolettone; e La Fusa sul Cornizzolo.
Nel 1979 sul monte Palanzone viene scoperta ed esplorata la Voragine degli Orsi cavità ricca di concrezioni, aspetti etnologici e paleontologici. Verso fine anno al Buco del Piombo si supera la cosiddetta “Bocca di Eolo” penetrando in nuovi e vasti ambienti. Le esplorazioni, proseguite nell’anno successivo, conducono il gruppo oltre un ulteriore sifone verso due gallerie in seguito collegate con altre grotte della zona. Lasciato forzosamente il Buco del Piombo si ritorna alla Voragine degli Orsi sul Palanzone terminandone l’esplorazione e attuando con il paleontologo prof.Fusco il recupero dei resti fossili rinvenuti nel 1979.
Prosegue intanto l’attività di ricerca sul Panigaa (nuovi Sorey), a Faggeto Lario e nella valle del Gaggia sopra Lemna (Priel e Grotticella) e di nuovo sul Palanzone. Nella valle del torrente Bova si conclude il censimento delle sorgenti nel contesto di uno studio sulla idrologia sotterranea della zona. Nel 1981 al X° Congresso di Speleologia Lombarda, tenutosi a Brescia, vengono presentati i risultati degli studi idrologici sulla Val Bova. Proseguono le ricerche di nuove cavità sul Panigaa, sulle pareti della Val Bova e all’Alpe del Vicerè. In agosto una serie di eventi fortunati ci fa scoprire, o meglio “riscoprire” quello che diverrà il primo –500 lombardo. I ricordi del cacciatore “Bigel” a cui venne recuperato il cane da uno di noi nel 1976 ci conducono all’ingresso del buco allora classificato ...di poco conto.
Nell’anno seguente (1982) tutta l’attività del nostro gruppo e dei Protei è pressoché assorbita dall’esplorazione e dalla stesura del rilievo dell’Abisso di Monte Bul; questo il nome attribuito alla cavità che verrà in seguito collegata alla vicina Guglielmo dagli speleo di Novara. In agosto discesa nell’abisso del Sorivo a Faggeto Lario. Raggiunto il fondo dell’abisso di M.Bul (-560) le attenzioni del gruppo si rivolgono ad una cavità già conosciuta come “Buco del Riccio” situata alla testata dei Valloni di Albese la cui ultima esplorazione, negli anni cinquanta del 900, si era fermata a 40 metri dall’ingresso sull’orlo di uno specchio d’acqua, poi risultato sifonante, oltrepassato il quale si percorrono centinaia di metri sino a giungere ad un ulteriore sifone.
Durante il 1984 il susseguirsi di numerosi tentativi di svuotamento del sifone terminale del “Riccio” culmina nel gennaio 85 in un’affollata spedizione senza risultati apprezzabili se non paleontologici. Da ricordare la partecipazione al XI° Congresso speleologico lombardo a Bergamo con diversi contributi (Riccio-Nibbio-Zone di ricerca). Alla fine dell’anno nella zona della Salute da un piccolo buco soffiante si accede ad una stretta frattura ed a una serie di cunicoli piuttosto angusti non poco intasati di materiale la cui direzione però fa ben sperare per un eventuale collegamento con il Buco del Piombo. La cavità, per ovvi motivi, è detta “La Stretta”.
Gli scavi proseguono nell’anno entrante sino a giungere ad un cunicolo di 20 m, per due terzi intasato di argilla, completamente svuotato del materiale trasportato da carrello su rotaie. Da qui nuove strettoie conducono finalmente al Buco del Piombo nella zona già esplorata nel 1979-80. Tra il 1985 ed il 1986 si revisionano tutte le cavità che si aprono nel calcare Maiolica in vista del XII° Congresso speleologico lombardo (dicembre 86) a Brescia. Nel Tanone, cavità conosciuta da tempo presso la baita Patrizi, viene scoperta una nuova prosecuzione in cui si raccoglie un antico falcetto di indubbio interesse etnologico.
Il 1987 inizia con il ritorno all’Abisso di Monte Bul ove si esplorano, tramite risalita, gli ambienti denominati “Duomo”. Dal 1988 terminano le risalite al Buco del Riccio ed al Bul. Nei mesi di maggio e giugno si attua, coinvolgendo altri gruppi lombardi, la pulizia della Caverna Guglielmo da cui vengono estratti quintali di immondizia.
Nel 1990 si sblocca la situazione che impediva l’ingresso nella Grotta Lino sull’Alpe Turati. La cavità è rilevata in poco tempo mostrando il suo importante ruolo tra quelle della zona. Del lustro successivo ricordiamo il rilievo delle gallerie di collegamento tra il Buco del Piombo la Lino e la stretta (1993), il rinvenimento di alcune cavità sul Palanzone ed al Vicerè (1991-93) e la scoperta del “Ramo delle Ossa” nella Lino (1994-95).
Nel biennio 1997-98 l’attività del gruppo è condizionata dalla riapertura al pubblico del Buco del Piombo. Gli impegni assunti con la proprietà ci permettono però di riprendere le esplorazioni interrotte diciassette anni addietro. Vengono esplorati il Sifone, che totalmente svuotato ricollega con i rami 1979-80 e la Galleria degli Alchimisti di nuova acquisizione.
Nell’ultimo anno del millennio le scoperte si susseguono con ritmo incalzante. Al Buco del Piombo viene raggiunta la “Galleria Aerea” sopra il Banco degli Orsi, si lavora altresì nell’Appendice e nei rami 79-80. Prosegue la ricerca sul territorio del triangolo lariano che restituisce puntualmente numerosi fenomeni: grotte di Tamun e Fuin a Caslino; Battaia e Topo a Lemna di Faggeto. Civillini scopre in Zorro un nuovo ambiente. Si conclude al Buco del Piombo una importante ricerca biologico-ambientale.
Ricorre nel 2000 il venticinquesimo di fondazione del gruppo. L’anno corrente è caratterizzato dalla scoperta della “Grotta del Nonno” sull’Alpe del Vicerè, di quella dell’Abisso dei Mondi sul San Primo e dal nuovo ingresso del Buco del Piombo (LoMaCa). Sempre al Piombo lo stretto cunicolo detto “Appendice” termina con due camini affiancati di trenta e settanta metri. Le novità del 2001 riguardano nuove cavità dell’Alpe Turati (Grotta della Nonna, Pozzi del Ciliegio) del San Primo (Altro Mondo) e del Panigaa (Guanto e Focaia).
Il 2003 è l’anno di “Fornitori” cavità del Tivano conosciuta per pochi metri che in meno di sei mesi diverrà oltre 10 chilometri (SCE-ASC). Nel triangolo lariano le battute nella scoscesa valle del Pelc alle spalle di Pognana restituiscono due cavità (Peltree e Jackpot). Esplorazioni anche nelle grotte del Tivano (ValSorello, Criopolis, Niccolina e Stoppani.
Nel 2004 viene a mancare il fondatore e presidente ormai trentennale del gruppo Marco Bomman.
Sul Tivano “Ingresso Fornitori” è a 20 chilometri.
Sul S.Primo diventa abisso L’Altro Mondo (-300). Vengono scoperte altre due grotte nella valle del Pelc presso Pognana. Nell’anno seguente l’attività esplorativa si svolge principalmente nelle grotte del Tivano (Fornitori a 23 km), Stoppani, Valsorello e fenomeni minori.
Dal 2006 l’associazione intergruppi “Ingrigna” nata per l’esplorazione e lo studio delle cavità dell’oriente lariano si occuperà anche delle grandi grotte del Tivano coordinando l’attività speleologica degli aderenti. Sull’Alpe Turati la revisione della grotta Lino conduce ad ambienti sconosciuti incrementandone lo sviluppo a 3600 metri. Ingresso Fornitori e Stoppani si attestano rispettivamente a 24 e 9 chilometri.
Nel 2007 l’Ingresso Fornitori supera i 25 km di sviluppo. Nella zona di erba seguita la ricerca di nuovi fenomeni. Il nuovo anno inizia con il collegamento tra l’Ingresso Fornitori e la Stoppani. Lo sviluppo risultante sfiora i 38 chilometri. Diverse risalite nell’androne del Buco del Piombo rivelano gli “Occhi del Gatto” e la “Grotta degli Orecchioni”. Nella grotta Lino le puntate esplorative incrementano lo sviluppo a 4300 metri. Nel resto del triangolo lariano si esplorano e rilevano la IV°Grotta sulla cresta SE del Palanzone e l’Albero degli zoccoli al Tivano.
Nel periodo intercorso tra il gennaio 2009 e i primi mesi del 2010 le campagne esplorative rivolte verso il grande complesso carsico del Tivano si alternano con quelle di ricerca nelle zone speleologiche del comasco, sino ad arrivare a febbraio 2012 quando, approfittando dell’eccezionale secca e dal freddo, che ha favorito lo svuotamento dei sifoni della Tacchi si riesce a “Giuntare” il grande complesso della Valle del Nosè ad oggi il complesso carsico più esteso d’Italia ….64 Km..
Nel triangolo lariano si da inizio alla revisione di tutti i Sorey del Panigaa unita alla ricerca di nuove specie biologiche ipogee. Sul S.Primo l’abisso Altro Mondo incrementa il proprio sviluppo di alcune centinaia di metri. Il Complesso del Tivano tocca i 43 chilometri.
Successivamente (2010-2011) le reiterate campagne di ricerca poste in essere dal gruppo culminano nella scoperta del “Terzo Mondo” situato sul versante nord del San Primo. Nello stesso periodo si passa al Buco del Latte, già modesta cavità aprentesi nei pressi di Veleso, attualmente dotata di sviluppo chilometrico. Sul Tivano il complesso Fornitori-Stoppani sfiora i 47 chilometri.
Come già detto, dal 2006, i risultati ottenuti dagli speleologi nelle grandi cavità del triangolo lariano sono da ascrivere al progetto “Ingrigna”di cui il nostro gruppo è partecipe e fondatore.
*Grotta Presidente scoperta nel 1974 dal dott. Achermann